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giovedì 20 febbraio 2014

LA MARMELLATA DI ROSA

Correva l'anno 2010, esattamente l’8 maggio,  l’estate era alle porte,  la ristrutturazione della casa era in procinto di essere terminata ma c’erano ancora tantissime cose da fare e l’aria era abbastanza tesa.  Quel maggio era veramente maggio, non come quello appena trascorso, le giornate erano lunghe e soleggiate così decidemmo di prenderci  pausa  e ci dirigemmo in bicicletta  verso il fiume per raggiungere la meravigliosa chiesa di S. Pietro. Il tragitto fu un susseguirsi di fiori colorati, profumi primaverili e di tanto in tanto  si scorgevano dei casolari abbandonati  ricoperti  da una vegetazione  lussureggiante che voleva riappropriarsi del territorio precedentemente perso.  Immerso in questa contesto idilliaco e finalmente libero dai pensieri che mi stavano affliggendo, fui riportato alla realtà dall’urlo entusiasta di Elena: “Fermati!” Vidi delle signore di mezz’età che  stavano raccogliendo delle rose selvatiche che crescevano nel ciglio della strada. Le rose erano bellissime, colme di petali  di colore rosa con dei riflessi rossi e l’ idea che fossero selvatiche e che non dovessimo chiedere il permesso a nessuno per raccoglierle, le rendevano ancor più belle e affascinanti.

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